La tua impresa a Natale per il Lacor Hospital
Un Natale solidale per clienti, fornitori e dipendenti. Una scelta “buona” per l’azienda, per chi la riceve e per i pazienti del Lacor
Un Natale solidale per clienti, fornitori e dipendenti. Una scelta “buona” per l’azienda, per chi la riceve e per i pazienti del Lacor
Ogni notte Samuel macina centinaia di chilometri alla guida di un’ambulanza del Lacor, per portare in ospedale i pazienti che da soli non riuscirebbero a raggiungere l’ospedale
Paska vince la sua battaglia contro il cancro e oggi dà forza alle altre donne
Tre amiche, un’esperienza comune, un sogno che diventa progetto. Grazie ragazze per i fondi raccolti per la neonatologia e per il vostro entusiasmo.
Una donna coraggiosa che lotta contro il cancro. Al suo fianco un ospedale che fa la differenza per una delle popolazioni più fragili d’Africa.
Un premio per la migliore insegnante di anestesia d’Uganda a Jacinta del Lacor
Ebola. E’ ricomparsa questa parola in questi giorni sui giornali, alla radio, nelle riunioni di professionisti e nei mercati.
Lucille non si ferma mai. E noi con lei. Abbiamo bisogno dell’affetto di tutti voi per continuare a raccontare la straordinaria storia del Lacor Hospital a chi non ci conosce.
Mombasa ha 28 anni. E’ una mamma single con tre figli e due di loro hanno l’anemia falciforme.
Curare ogni giorno chi ha bisogno di aiuto è un’impresa: la tua! Natale aziende!
Quanta passione nei disegni e nelle parole. Grazie bambini e grazie maestra Paola, il vostro impegno ci ha commosse.
Oggi è il 13 settembre, si celebra la giornata internazionale del lascito solidale. E che cos’è un lascito se non un sogno che continua?
Una serata esclusiva di incontro e raccolta fondi per il Lacor Hospital.Giovedì 10 novembre, h 20.00 – Triennale Milano.
Ricominciamo insieme, torniamo nelle vostre case dopo la pausa estiva
Ogni volta che vengo al Lacor immagino mamma e papà, 61 anni fa, esaminare i pazienti del primo, unico reparto, e sognare il futuro per la salute dei più poveri.
Mi ero ripromessa di scrivere a tutti voi che, dall’Italia (e non solo), rendete possibile tutto ciò che vedo nei reparti, negli ambulatori, ma anche fuori, nei villaggi, nei tre centri sanitari periferici…