Un premio per Jacinta

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Un premio per Jacinta

E’ al Lacor la migliore docente di anestesia dell’Uganda. Si chiama Jacinta Amito e lavora da 25 anni nell’ospedale fondato da Piero e Lucille.

Lo scorso aprile Jacinta ha ricevuto dal Ministro dell’istruzione ugandese il premio come miglior tutor in anestesia. E pensare che da giovane non voleva intraprendere una professione sanitaria. “Non riuscivo a concentrarmi su nulla e temevo gli aghi”, ricorda con un sorriso.

Questo finché non ha avuto la fortuna di trovare un’insegnante d’eccezione: la comboniana Suor Romilde.

Paurosa com’ero, il primo giorno in sala operatoria sono svenuta”, confida, “ma nonostante questo Suor Romilde promise che sarei diventata una delle migliori anestesiste”. E così è stato.

Alla formazione sul campo Jacinta ha affiancato quella in classe, diplomandosi prima presso la Mulago School of Anesthesia e poi frequentando il Mulago Tutors College di Kampala per diventare insegnante; una formazione che ha potuto perfezionare in Gran Bretagna e in Italia.

E che ha dato i suoi frutti. Oggi al Lacor esiste la scuola per tecnici di anestesia, costituita da tre anni di corso, che forma i giovani che affiancano i chirurghi in sala operatoria o che lavorano nei reparti di terapia intensiva.

L’insegnamento è una delle cose che Jacinta ama di più. Da quando ha cominciato ha formato oltre 70 anestesisti nelle scuole e ne ha addestrati più di 20 sul campo.

Tutti i miei studenti hanno un lavoro”, confida orgogliosa, “e molti sono diventati insegnanti”.

Ma non c’è solo la scuola nella vita di Jacinta. “Parte del mio lavoro è nella terapia intensiva”, racconta. “Un lavoro pieno di sfide e spesso difficile a causa dell’alto tasso di mortalità. Eppure”, aggiunge, “quando dimetti qualcuno da questo reparto, la felicità è immensa proprio perché sai che ha superato momenti così difficili. E tu con lui”. 

In questi anni Jacinta ha visto crescere l’ospedale e aumentare il numero di pazienti che hanno bisogno di terapia intensiva. “Spesso sono casi complessi, che hanno bussato a molte porte prima di approdare al Lacor e ora hanno bisogno di cure e attenzioni speciali.

Fare l’anestesista richiede molti sacrifici, ma è anche gratificante perché ti lega profondamente alla vita delle persone. E niente al mondo vale così tanto”.

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