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Africa
Uganda
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28 Gennaio 2025

Un’alleanza per il futuro

Ho visto una realtà che non ti può lasciare indifferente. Esordisce così il professor Andrea Biondi, già direttore scientifico dell’IRCCS San Gerardo di Monza e primario di pediatria, di ritorno dalla sua recente visita al Lacor Hospital in Uganda, effettuata insieme alla pediatra Maria Luisa Melzi. “Il desiderio di futuro che ho colto è un elemento di straordinaria opportunità a cui rispondere nel progetto di cooperazione tra l’Università Bicocca e il Lacor Hospital”.

Non era passato neanche un mese dal suo pensionamento quando il professor Biondi, noto a livello internazionale per il suo impegno nella lotta contro le leucemie infantili, ha deciso di raggiungere il Lacor. Non era la prima esperienza in Uganda: negli anni ’70, da studente, aveva trascorso un mese nell’ospedale di Matany e sentito parlare del Lacor e dei coniugi Corti. All’epoca il Lacor era già considerato un punto di riferimento per la regione e lo è ancora oggi. In ben due occasioni, durante la mia visita ad ospedali governativi, davanti a situazioni critiche si è deciso di trasferire i pazienti al Lacor. Questo dimostra che oggi, per il Nord Uganda, quest’ospedale è indispensabile e svolge un ruolo di secondo o terzo livello, purtroppo senza un adeguato riconoscimento.

Durante la visita, il professor Biondi ha tenuto due seminari e dialogato con il personale della pediatria e la direzione dell’ospedale. Ciò che lo ha colpito di più è stato il “desiderio di futuro” che ha visto nei giovani medici e operatori sanitari: “Ho trovato un’aspettativa concreta di miglioramento, una determinazione ad offrire risposte sempre più adeguate ai bisogni della comunità. Non c’è rassegnazione, ma una forza vitale che si percepisce in ogni incontro.”

Biondi ha anche sottolineato il valore di un approccio rispettoso nella cooperazione: “Vengo in punta di piedi, con la mia professionalità, ma ascolto prima di tutto le tue priorità e i tuoi bisogni. È un errore pensare di avere risposte preconfezionate per ogni cosa. Al Lacor ho trovato grande chiarezza sulle priorità, un aspetto fondamentale per costruire progetti efficaci.”

Un aspetto significativo è l’arricchimento umano: “mi porto a casa l’impatto con un’Africa che non può lasciarti indifferente. Vai in Africa, entri in un ospedale e ti colpisce l’elemento del sorriso su ogni volto: una vitalità e una capacità di reagire anche nelle condizioni di massima indigenza. Non è solo emozione: è il segno di una forza concreta e di una potenzialità che va sostenuta.”

Un’altra riflessione tocca il ruolo cruciale del Lacor come ospedale dei poveri: “Il Lacor ha oggi una sfida grande: mantenere la sostenibilità di tenere una porta sempre aperta per chi non ha mezzi, senza rinunciare a garantire anche a queste persone un continuo avanzamento delle conoscenze. I giovani medici che lavorano al Lacor devono poter respirare una dimensione di crescita continua, una strategia che permette, con interventi mirati e basati sull’evidenza, di ottenere risultati concreti e duraturi.”

Grande apprezzamento dunque per la strategia del Lacor, che da 60 anni combina l’accessibilità per i più poveri con l’innovazione e la crescita delle competenze.

La visita del professor Biondi è stata anche un’opportunità per rafforzare il progetto di cooperazione tra l’Università Bicocca e il Lacor, un’alleanza che punta a coniugare le risorse accademiche italiane con l’esperienza di un ospedale che è diventato un pilastro per il Nord Uganda.

 “Il Lacor mi ha dimostrato che anche in un contesto di estrema povertà è possibile costruire un modello che funziona. È un esempio concreto di come il sostegno mirato possa davvero fare la differenza, ispirando non solo chi vi lavora, ma anche chi vi entra in contatto.”

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