Insieme per trasferire visioni
Avion Company e Fondazione Corti al fianco del Lacor Hospital: come è nata questa collaborazione? Lo abbiamo chiesto a Massimo Giordano, presidente di Avion.
Come ha conosciuto la storia del Lacor e della Fondazione che esiste per sostenerlo?
Le spedizioni dall’Italia all’Uganda sono state il principale trait d’union tra Avion Company e la Fondazione Corti, ma non l’unico: incontrando di persona Dominique per l’esportazione di alcuni apparecchi biomedicali in Africa, abbiamo avuto modo di conoscere la sua storia e quella del Lacor Hospital.
Questo è stato l’innesco che ha trasformato un normale incontro lavorativo in un rapporto di amicizia e di collaborazione, fatto di molti valori in comune.
Perché Avion Company ha deciso di sposare il nostro progetto?
Nel nostro lavoro non ci limitiamo a veicolare merci da una parte all’altra del mondo, ma in un certo senso trasportiamo anche le visioni e i progetti di valore che stanno a monte degli stessi prodotti. Nel caso specifico della Fondazione Corti, collaborare sul fronte professionale va ben oltre la singola spedizione, per noi significa contribuire ad un progetto durevole nel tempo: la mission di Piero e Lucille Corti.
Ha un ricordo significativo di questi anni di collaborazione?
Ricordo le prime volte in cui ci siamo trovati tutti insieme per organizzare nel dettaglio l’esportazione di alcune attrezzature per l’ospedale in Uganda; durante quegli incontri abbiamo lavorato a stretto contatto con il team di Dominique e toccato con mano l’entusiasmo delle sue collaboratrici. È stata un’esperienza piacevole e anche costruttiva, perché ci ha permesso di mettere a fattor comune le reciproche competenze maturate in campi differenti.
Quali sono le reazioni degli stakeholder di Avion Company al racconto della storia del Lacor Hospital?
Siamo fieri di condividere con i nostri amici e clienti l’operato di Dominique a favore di uno dei territori più poveri dell’Africa, e ogni qual volta se ne presenta l’opportunità cerchiamo di coinvolgerli negli eventi organizzati dalla Fondazione Corti. Alcuni di loro ad esempio, hanno preso parte insieme a noi alla serata “Le donne al centro” che si è tenuta alla Triennale di Milano lo scorso novembre 2022.
In quella circostanza siamo rimasti molto colpiti nell’apprendere che al momento della sua fondazione, nei primi anni Sessanta, il Lacor Hospital contava 40 posti letto, mentre oggi è diventato un efficiente ospedale di quasi 600 posti letto che ha all’attivo circa 700 dipendenti, tutti ugandesi.
Quale crede che sia il valore aggiunto della mission di Fondazione Corti?
Gli ultimi, terribili, eventi internazionali, dalla pandemia alla guerra russo-ucraina, ci ricordano tutti i giorni l’importanza della collaborazione tra stati, economie e, in ultima analisi, tra persone. Crediamo quindi che il messaggio più forte del lavoro che la Fondazione porta avanti da ben 30 anni, consista nella capacità di connettere le persone tra loro, a favore dello sviluppo e dell’autodeterminazione delle popolazioni mondiali più povere.
