“In missione al Lacor”
Sergio D’Agostino ha ancora il Lacor negli occhi. I bambini incontrati, gli amici ritrovati, i colleghi arrivati con lui dall’Italia e quelli ugandesi che ha visto nascere professionalmente. Tra loro il dottor Peter Kayima, che l’ha raggiunto per essere al suo fianco in questa nuova missione.
Era marzo 2006 quando i Surgery for children, organizzazione di volontariato che effettua missioni di chirurgia pediatrica per correggere malformazioni genetiche dei bambini nei Paesi del Sud del mondo, è approdata la prima volta al Lacor.
Sono passati 17 anni da quella prima volta in Uganda; oggi un gruppo di Surgery for children, costituito da una ventina tra chirurghi pediatrici, infermiere e anestesisti, è appena tornato al Lacor.
Qui hanno visitato più di cento bambini arrivati da ogni parte d’Uganda e non solo. E ne hanno operati ben 75. Tre settimane intense, di lavoro e di emozioni per Sergio, Bruno, Annarita, Liana, Anna, Caterina, Martina, Paolo e tutti gli altri che hanno formato la squadra arrivata dall’Italia.
Spiega Caterina Sellaro, infermiera: “vengo da molti anni, qui c’è una dimensione diversa. Lontanissima dalla medicina difensiva che si pratica in Italia. Tutti ti dicono grazie, indipendentemente dal risultato del tuo intervento, ma per il solo fatto di averci provato, di aver dato loro una possibilità”.
Tra i bambini accolti al Lacor c’è Affo Morow, un ragazzino di 13 anni del Togo, accompagnato dalla mamma Faouzia. Affo è nato con grave malformazione della vescica e dei genitali chiamata estrofia vescicale, una malattia rara che si verifica una volta ogni 60 mila nascite e compromette seriamente la qualità della vita. Per 13 anni Affo ha dovuto convivere con l’incontinenza urinaria.
La comunità togolese in Europa ha cercato di farlo operare in Belgio o Francia, ma trovare un chirurgo esperto e coprire i costi è stata una sfida. Fino a quando, un amico della famiglia di Affo che vive in Italia, ha contattato Surgery for children, scoprendo che non c’era bisogno di portare il bambino in Occidente: al Lacor ci sarebbero state le competenze chirurgiche necessarie, ma anche le strutture, le sale operatorie, gli strumenti, il personale.
Affo ha percorso 4.700 km per raggiungere il Lacor, un viaggio della speranza alla ricerca di una soluzione per avere una vita come quella dei suoi coetanei. “Non mi sento straniera”, ha detto Faouzia, “la gente è accogliente, sorridente e solidale”. Mamma e figlio vengono presi sotto l’ala protettrice di Sister Rose, una delle capoinfermiere del Lacor.
E’ così che funziona al Lacor che accoglie tutti, esempio di un’ammirevole cooperazione tra Sud del mondo e Sud e del mondo.
L’intervento di Affo è durato ben 11 ore. “L’operazione è stata un successo”, ha dichiarato Sergio D’Agostino, responsabile della missione. Fauozia non credeva ai suoi occhi nel vedere la parete addominale di Affo completamente ricostruita. Era preoccupata, non tanto per l’esito dell’intervento, ma perché, ha confidato, non ha i soldi per pagarlo.
Ma da pagare non c’è nulla. I Surgery for children sono volontari che autofinanziano le loro missioni; quest’anno avevano con sé 40 valige di prezioso materiale da impiegare in sala operatoria. Non solo: ogni volta che vengono contribuiscono ai costi correnti dell’ospedale con una donazione.
Un esempio prezioso di partnership tra due realtà, Fondazione Corti e Surgery for children che hanno un unico obiettivo: “contribuire a ridurre le diseguaglianze creando sviluppo sostenibile”.