Guardiamo avanti
Anno nuovo, nuove speranze. In Uganda lunedì scorso hanno riaperto le scuole, prendiamolo come il segno di un nuovo inizio. E non solo per la popolazione duramente provata dalla pandemia, ma anche per noi che continuiamo ad accompagnare il Lacor nelle sue sfide e per tutti voi che siete rimasti al nostro fianco. Perché scuola è sinonimo di futuro.
E per andare avanti bisogna fare tesoro di ciò che si è vissuto… Ecco allora che questa prima lettera dell’anno vi racconta ciò che i direttori hanno riferito all’ultima riunione del consiglio di amministrazione che si è tenuta in dicembre.
A presentare i dati è stato il direttore sanitario dottor Odong Emintone Ayella. In generale, l’anno che va da luglio 2020 a giugno 2021, ha visto una riduzione dei ricoveri del 24% rispetto all’anno precedente e dell’8,5% dei servizi ambulatoriali. Un calo da annoverare tra gli effetti del Covid.
La prima reazione del governo ugandese alla pandemia, infatti, è stata istituire un lockdown molto stretto che ha impedito a molti pazienti di raggiungere l’ospedale, soprattutto nei primi mesi di pandemia.
Ma in alcuni ambiti la richiesta di assistenza è rimasta stabile o aumentata. Per esempio i parti, 8 mila come l’anno precedente, e i servizi prenatali. Nei tre centri sanitari periferici, l’ambulatorio in cui vengono visitate le giovani future mamme ha accolto 17 mila donne contro le 13.900 del 2019/20, segno che questi presidi più vicini alle comunità rurali sono ancor più preziosi in questo tempo di pandemia.
Anche quest’anno la malaria è risultata la causa numero uno di ricoveri e morti, soprattutto tra i bambini. La buona notizia è che le azioni messe in campo negli ultimi anni per contrastarla stanno mostrando risultati. “Se nel 2016 c’erano 1000 ricoveri al mese ora ce ne sono 100”, ha sottolineato il dottor Odong.
Malaria, problematiche neonatali, setticemie e anemie sono state le ragioni più frequenti di ricovero tra i bambini; a queste si aggiungono polmoniti e, tristemente, per la prima volta da anni, anche la malnutrizione.
Per gli adulti invece, la maggior parte dei ricoveri è dovuta a parti e complicanze durante la gravidanza.
Non sono mancate le sfide: il recente sciopero dei medici degli ospedali pubblici ha messo il Lacor ancor più sotto pressione. A questo si aggiunga la carenza di specialisti come anestesisti o radiologi.
Il consumo di dispositivi di protezione personale è sempre molto alto e il bisogno continua ad essere elevato; c’è poi un’importante necessità di supporto psicologico per mantenere alti morale e motivazione.
“Nonostante ciò”, conclude il direttore Odong, “l’ospedale continua a rispondere con grande resilienza e offrire servizi di qualità”.
Dona ora, continua a stare al nostro fianco per permettere al Lacor di garantire la sua missione, oggi come sessant’anni fa.
Milano, 13/01/2022