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Africa
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23 Marzo 2023

Intrecci di vita

Metti insieme centinaia di neonati che pesano poco più di qualche etto e poi metti il buon cuore di tante (sempre di più!) donne di tutt’Italia che si sono messe a sferruzzare o inanellare punti all’uncinetto.

Ed ecco pronti in pochi mesi più di mille cappellini di lana donati alla neonatologia del Lacor Hospital, a Gulu nel Nord dell’Uganda.

Qui, nel cuore della savana, sorge un ospedale nato dal coraggio e dalla dedizione di un pediatra italiano e di una chirurga canadese.
Dopo più di 60 anni, il St. Mary’s Lacor Hospital di Gulu, grazie all’impegno di Piero Corti e Lucille Teasdale e di tutti coloro che ne hanno raccolto l’eredità, è tra i maggiori ospedali non profit dell’Africa Equatoriale.
Era un ospedaletto di una trentina di letti, oggi accoglie più di 200 mila malati ogni anno, soprattutto donne e bambini. Soprattutto i più vulnerabili.
Dopo decenni di guerra, infatti, la popolazione del Nord Uganda è tra le più povere del pianeta. E al Lacor trova assistenza e cure gratuite.
Tra le conseguenze della povertà che affliggono ancor oggi questa popolazione, la mortalità neonatale è una delle più pressanti.

Ogni mille nascite, muoiono 22 bambini.

Un’enormità, se si pensa che in Europa ne muoiono 2 ogni mille.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità chiede che si moltiplichino gli sforzi perché quel numero si riduca a 12 ogni mille nati vivi entro il 2030.

Il Lacor sta facendo la sua parte. La neonatologia è in fase di ristrutturazione: ci sarà una stanza per la preziosissima “Kangaroo mother care”, vera e propria terapia che privilegia il contatto fisico tra mamma e bambino; la zona di terapia intensiva neonatale, incubatrici e attrezzature per la fototerapia, cullette e personale dedicato.
E ci saranno i cappellini, le copertine e in futuro anche i polipetti di “Intrecci di vita”, l’iniziativa partita da Clara Bergamelli, mamma di Eleonora, studentessa di medicina che ha passato alcuni mesi nella pediatria del Lacor (puoi contattare Clara al numero 335373355 o scriverle a clarabergamelli@yahoo.it).
I piccoli nati prematuri sono stati sottratti troppo presto al calore dell’utero della mamma e si ritrovano quasi “persi” in cullette e incubatrici tanto più grandi di loro. E’ stato dimostrato che il cappellino di lana contrasta la dispersione del calore diminuendo i casi di ipotermia. Le copertine hanno lo scopo di avvolgere il piccolo e mantenere il calore del corpo e si sono rivelate davvero utili per favorire il benessere psicologico e lo sviluppo neurologico di questi piccoli.
Non solo: i bimbi prematuri hanno ancora il riflesso automatico di aggrapparsi al cordone ombelicale che li ha nutriti per tanti mesi. Ecco allora che, al posto del di quel cordone, i neonati potranno stringere i tentacoli di simpatici e soffici polipetti realizzati all’uncinetto.
Avreste mai detto che un polipetto in un’incubatrice riesce a calmare il neonato facendolo respirare meglio e regolandone il battito del cuore?

Quella del Lacor è una storia d’amore unica.
Vuoi farne parte anche tu?

Puoi donare per sostenere i costi del Lacor, quel sogno nella savana che ancor oggi, dopo oltre 60 anni, garantisce “le migliori cure possibili, al maggior numero di persone al minor costo”.
La pediatria del Lacor ha 104 letti; al suo fianco sta nascendo la nuova neonatologia.
Per coprire i costi delle cure per un bambino servono in media 20 Euro al mese, meno di un caffè al giorno.
Combattere la mortalità neonatale è una sfida da vincere insieme.

Milano, 23/03/2023

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