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19 Marzo 2025

Ebola, il Lacor vigila

Uganda, 30 gennaio 2025, il Ministero della Salute annuncia un focolaio di malattia causata dal virus Ebola. Basta un singolo caso, infatti, di questa temibile febbre emorragica, perché venga subito dichiarata un’epidemia.

Dal giorno dopo, il Lacor era in prima linea per proteggere il suo personale e la popolazione locale. Forte della sua decennale esperienza nella gestione di emergenze sanitarie, le misure di sicurezza e prevenzione sono state subito messe in atto, nonostante nessun caso si fosse verificato nel Nord del Paese.

Senza perdere un minuto il Lacor ha attivato i protocolli interni per garantire la massima protezione al personale sanitario, ai pazienti e alla comunità. Perché agire con tempestività significa salvare vite.

Emmanuel Ochola, direttore scientifico del Lacor, ci ha spiegato come si è mosso l’ospedale per non farsi cogliere impreparato.

Nel contrasto alle epidemie, la prevenzione è il primo e più importante scudo”, ha affermato il dottor Ochola. “Appena ricevuta la notizia dell’epidemia, è stato convocato un incontro d’emergenza e sono state valutate le scorte di dispositivi di protezione. Non è stato necessario alcun acquisto straordinario perché il Lacor mantiene sempre un livello di approvvigionamento adeguato per poter affrontare eventuali emergenze”.

Le prime azioni sono state rivolte alla sensibilizzazione e alla formazione del personale, con incontri per rafforzare le procedure di prevenzione della diffusione di epidemie. È stato inoltre effettuato un controllo della capacità di isolamento e di gestione di eventuali pazienti sospetti, con simulazioni per poter valutare se ci fossero particolari criticità.

L’unità di isolamento è sempre pronta ad essere attivata; se necessario, il personale viene riassegnato per garantire una gestione efficace dei pazienti senza interrompere le altre attività ospedaliere.

“La preparazione è fondamentale. Se Ebola fosse nella nostra regione, dove andremmo se non al Lacor?”, si chiede il dottor Emmanuel. “L’ esperienza ci ha insegnato che essere pronti in anticipo significa guadagnare la fiducia delle persone e salvare vite. Il nostro ospedale è il guardiano della salute pubblica”.

Da quel 30 gennaio al Lacor ci sono stati due casi sospetti, entrambi gestiti con la massima prudenza: una donna trasferita da un’altra struttura, il cui quadro clinico si è poi rivelato non compatibile con Ebola e un camionista che aveva viaggiato tra le aree colpite. È stato isolato e sottoposto a test in coordinamento con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel giro di 24 ore, i risultati hanno escluso il contagio.

Ad oggi l’epidemia in Uganda è sotto controllo e nel Nord del Paese non c’è stato alcun caso.

La risposta tempestiva del Lacor non è un’eccezione, ma il risultato di una cultura della gestione dell’emergenza consolidata nel tempo.

Una cultura che fa del Lacor un presidio di eccellenza, capace di rispondere con rapidità, metodo e professionalità.

Un presidio che da 65 anni garantisce salute alla sua gente.

E che vale la pena continuare a sostenere! 

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